venerdì 13 novembre 2009

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Abbiamo un classe dirigente di Ogm e rischiamo di diventare un Paese di zombies di Oliviero Beha (behablog.it)

C’è qualcosa che va oltre il disegno di legge sulla riforma dei processi, la prescrizione breve, il tentativo ovvio del Premier di salvarsi la ghirba tornata a rischio dopo la bocciatura dell’incostituzionale Lodo Alfano.
Qualcosa che supera il derby tra coloro che si oppongono, a parole o nei fatti politici (qui è già più dura, a quanto pare, è un Paese forte agli orali ma debolissimo agli scritti cioè quando si tratta di mettere a repentaglio vantaggi e privilegi…), a Berlusconi e gli italiani che lo votano o lo appoggiano “anche” in queste circostanze così scivolose. Scivolosità in primis costituzionale se ancora vale quell’articolo 3 su “La Legge è uguale per tutti” che campeggia nelle aule dei tribunali (idea: e se togliessimo la scritta come si è fatto per il crocefisso?...).
Voglio dire che non sto qui a menarla ancora su Berlusconi.




Mi interessa invece lo stato del Paese.
Fate con me un esercizio di astrazione: se l’interesse specifico del Presidente del Consiglio, il suo pallino da quindici anni e più, da prima di entrare in politica, cioè l’evitare di essere processato per una serie di vicende perché “le toghe sono rosse” (se lo condannano: se assolto o prescritto, sono azzurre), si discutesse nel clima sociale ed economico di-che so-anche solo tre anni fa, sarebbe tutto diverso.


Ve lo ricordate il Paese tre anni fa?
Vi ricordate che non si parlava di crisi, che la bolla dei mutui subprime e della finanza di carta truccata (ovviamente poi collegata con una tempistica differente alla crisi dell’economia reale) non era di dominio pubblico malgrado qualcuno l’avesse paventata da tempo (Sylos Labini, tra gli italiani, ma molti altri economisti in giro per il mondo)?
Che la borsa era forte, il mercato del lavoro ancora in palla, l’idea di futuro ancora espansiva eccetera eccetera?
Questo dunque oltre Berlusconi e Prodi, per intenderci, questo nel cuore della quotidianità italiana con tutti i problemi in nuce che oggi si sono sviluppati?
La “bolla Italia” forse permetteva di parlare dei processi a Berlusconi, delle contrapposizioni politiche, delle speculazioni di parte “come se” fosse tutto vero, cioè davvero fossimo di fronte al principale problema del Paese.
Ma oggi?
Guardatevi intorno, chiedete a un giovane laureato con il massimo dei voti se non fatica a fare lavoretti da poche centinaia di euro al mese giacché nessuno risponde neppure all’invio del suo curriculum.
Chiedete ai tanti che non hanno credito dalle banche (mentre i soliti noti continuano a essere irrorati dal denaro con una facilità che mette paura pur non essendo “solvibili”, cfr. il caso Zunino/Risanamento per tutti) e sono ridotti allo “strozzo” dell’usura.
Chiedete a una generazione di lavoratori senza stipendio “sul tetto”, davvero “Un’Italia sul tetto” a protestare mentre la “casta” insiste tranquillamente senza pagare dazio.
Chiedete a chi occupa le fabbriche e le aziende mentre i datori di lavoro troppo spesso spostano sulla loro scacchiera i capitali rendendoli “invisibili” (l’episodio del tentato sgombero dei lavoratori dell’Eutelia con guardie private che si spacciavano per forze dell’ordine non è un soggetto cinematografico ma l’epigrafe di una disperazione e di uno stravolgimento complessivo).
Chiedete agli italiani con meno lavoro e meno soldi quanto il processo di integrazione con gli immigrati venga reso più difficile, il clima più torbido, la ragione più lontana, i sentimenti meno “sentiti” e più evanescenti.

Potrei continuare, ma è la nostra vita di tutti i giorni che dovreste conoscere bene, anche se solitamente i media o non la raccontano o la raccontano a tesi, per usare questa realtà come munizione contro qualcuno (cfr. il mio saggio “I nuovi mostri”), contro Berlusconi o contro De Benedetti eccetera eccetera (ma il primo governa).
Per questo l’abbozzo di “affresco Italia” che faccio qui stride, cigola, strazia nella contraddizione con il “problema giustizia del Premier”.
Esso è paradossalmente un lusso che non ci possiamo più permettere, perfino oltre la bontà/cattiveria dei lodi nel merito.
Ma non lo vogliono capire.
Non lo possono capire.
E’ una classe dirigente di OGM, di organismi geneticamente modificati, ormai.
Rischiamo di diventare un Paese di zombies.
13 novembre 2009