venerdì 13 novembre 2009

FINALMENTE.....







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Italia. "

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Si inseguono voci, rumors, impossibili da verificare, sulle reali condizioni di salute di Silvio Berlusconi .Voci alimentate in queste ultimeore dal fatto (confermato) che il presidente del Consiglio ha lasciato da qualche giorno la sua residenza romana di palazzo Grazioli per trasferirsi
nel l'appartamento privato a Palazzo Chigi, sotto osservazione dei medici di fiducia" )

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Di Matteo:
''Ddl annulla processi vicini
a reati di mafia''
di Aaron Pettinari -
13 novembre 2009
Palermo.

Dopo l'intervento dell'Anm nazionale che ha definito il nuovo ddl sul processo breve “una riforma con effetti devastanti sul funzionamento della giustizia penale in Italia" esprimendo "forti dubbi di costituzionalità".

Questa mattina, sulle pagine di La Repubblica Palermo è intervenuto anche il pm palermitano Nino Di Matteo, recentemente eletto presidente della giunta distrettuale dell´associazione nazionale magistrati.

“Deve essere chiaro che con la normativa oggi proposta solo i processi per i reati cosiddetti bagatellari, a carico dei poveracci, potranno giungere a conclusione prima della prescrizione – ha detto il magistrato -

Tutti gli altri processi, anche quelli per i reati più gravi, la cui linea di confine con i reati di mafia è assai sottile, andranno in fumo”.

Ha quindi aggiunto provocatoriamente:

“Probabilmente, in tanti, per vedere tutelate le proprie ragioni e per avere giustizia, preferiranno rivolgersi al mafioso piuttosto che alla magistratura”.

L´Anm di Palermo ha già avviato un monitoraggio dei processi che potrebbero andare in fumo. “I tempi medi di celebrazione dei processi finiranno comunque per allungarsi - spiega Di Matteo - perché è ampiamente prevedibile che la concreta speranza della prescrizione indurrà qualsiasi imputato a non ricorrere più ai riti alternativi”.








Presidente Napolitano. Presidente Fini.

“Adesso basta” è il titolo che abbiamo stampato ieri sulla prima pagina del Fatto Quotidiano. Adesso basta è scritto sulle migliaia di messaggi che giungono al nostro giornale. Tutti indistintamente chiedono di mettere la parola fine allo scandalo che da quindici anni sta sfibrando l’Italia: la produzione incessante di leggi personali per garantire a Silvio Berlusconi la totale immunità e impunità in spregio alla più elementare idea di giustizia.

Quello che rivolgiamo a voi che rappresentate la prima e la terza istituzione della Repubblica (sulla seconda, il presidente del Senato Schifani pensiamo di non poter contare) non è un appello ma una richiesta di ascolto che, siamo certi, non andrà delusa. Tutte quelle lettere, e-mail, fax esprimono una protesta e una speranza. Di protesta “contro l’arroganza di un Potere che sembra aver perso ogni senso della misura e anche quello del decoro ”, scrisse Indro Montanelli sulla Voce nel 1994, all’epoca del decreto Biondi. Fu il primo tentativo di colpo di spugna al quale ne sarebbero seguiti altri diciotto negli anni a seguire fino all’ultima vergogna chiamata “processo breve”. Allora la battaglia fu vinta.

La redazione della Voce fu alluvionata di fax dei lettori disgustati, il decreto fu ritirato e il grande giornalista così rese omaggio allo spirito di lotta dei concittadini: “Fino a quando questo spirito sarà in piedi, indifferente alle seduzioni, alle blandizie e alle minacce, la democrazia in Italia sarà al sic u ro ”. Malgrado abbia attraversato tante sconfitte e tante delusioni quello spirito non appare per nulla fiaccato e chiede di trovare una risposta capace di dirci che la politica non è solo interesse personale e disprezzo per gli altri. Che le istituzioni sono davvero un baluardo contro le prepotenze del più forte. Questa è la nostra speranza presidente Napolitano e presidente Fini. Per questo vi trasmetteremo i messaggi dei nostri lettori. Tenetene conto.

14 novembre 2009 - ANTONIO PADELLARO direttore de IL FATTO QUOTIDIANO